La posizione a rugby è una di quelle che mi stanno più a cuore, in quanto mi ha aiutata in tante situazioni difficili e mi fa anche sorridere pensare alle prime volte che l’ho utilizzata! Senza entrare troppo in merito al mio parto, posso dire che non è stato semplice e che il mio fagottino, che può ormai vantare una testolina così tonda che nemmeno Giotto potrebbe fare di meglio, è nato un po’ a “pera”. Ci scherzavo e lo prendevo amorevolmente in giro, per questo quando lo allattavo a rugby, gli dicevo: ” la palla la metti tu, io ci metto il latte!!!”
Questa posizione è davvero molto utile per svuotare i quadranti esterni del seno, infatti finchè il bimbo è piccolino, la mamma si mette seduta e il corpo del bimbo è appoggiato al suo fianco, la testa del piccolo è nella mano della mamma, i piedini verso la schiena e ciuccia col mento rivolto verso l’ascella della mamma. Come spiegato tante volte, in caso di dotto ostruito, ingorgo mammario e mastite, è molto importante posizionare il bimbo col mento rivolto verso la zona da sbloccare! I quadranti più esterni del seno non sono facilissimi da svuotare e la posizione a rugby è una di quelle più adatte a tale scopo.
Per onor del vero devo dire che crescendo il mio bimbo, anche la “mia” posizione a rugby è stata “rivisitata”, questa è infatti una nostra modifica alla classica posizione a rugby! Man mano che mio figlio cresceva, abbiamo dovuto creato una variante tutta nostra, a causa delle sue crescenti dimensioni e dei miei frequenti problemi! Mettevo sul letto un cuscino e ci mettevo lui sopra a pancia in su, io mi sedevo accanto e facevo in modo che si attaccasse al seno, posizionandolo sopra la sua bocca e sporgendomi su di lui. In questo modo era sempre sdraiato accanto a me, modello rugby, ma non con il suo corpo lungo il mio fianco, bensì a pancia in su, così il suo mento era rivolto verso la parte bassa del seno e riuscivo, complice anche l’effetto della forza di gravità, a sconfiggere gli ingorghi che puntuali arrivavano in quei punti così difficili da svuotare!
Mi fa tenerezza pensare a quei momenti difficili e al sollievo provato appena l’ingorgo passava, ma la cosa che mi fa più commuovere è la complicità che ho sempre avuto col mio piccolo, io aiutavo lui e lui aiutava me, a dispetto di tutti quelli che avrebbero voluto vederci smettere!!! Siamo stati grandi amore mio… grazie!