Sono diventata mamma di Alessandro il 27 maggio scorso, nato con parto cesareo per una sospetta macrosomia fetale. Ad una mamma che ha subito un parto cesareo, il latte, effettivamente, arriva dopo rispetto ad una mamma che partorisce naturalmente e quindi sapevo che avrei dovuto aspettare per il latte, in più Alessandro ha dormito ininterrottamente per le 48 h successive alla nascita (c’erano le puericultrici che hanno provato in tutti i modi ad aiutarmi a svegliarlo, ma non ne voleva sapere!) per cui si attaccava al seno pochissimo. Già dai primi giorni di ospedale ho dovuto tirarmi il latte, quel poco che cominciava ad esserci, con il tiralatte.
Una volta uscita dall’ospedale la prima cosa che ho fatto è stata comprare il tiralatte e tornata a casa ho passato i primi due giorni e le prime due notti a svegliarmi ogni mezz’ora per fare gli impacchi caldi sul seno, tirare il latte e fare gli impacchi freddi dopo, perché il seno era molto grosso per la montata lattea che era arrivata ed Alessandro faceva fatica ad attaccarsi!
I giorni successivi è andata sempre meglio! Non senza fatica. Quando lo attaccavo e sentivo che non era attaccato bene, lo staccavo e lo riattaccavo… è stato un lavoro di squadra e, insieme, io e lui, ce l’abbiamo fatta! Già da subito però Ale è passato alle 6 poppate giornaliere e appena compiuto un mese è passato ai quattro pasti! Ha fatto tutto da solo! Mangiava alle 8, alle 12, alle 16 e alle 20! Per poi dormire 11/12 ore e risvegliarsi la mattina successiva! (La prima mattina che mi sono svegliata da sola alle 6:30 per il dolore al seno e ho visto l’ora, ho guardato subito nella culla pensando fosse morto! :D)
Ho sempre avuto molto latte. E a quanto raccontato da mia mamma e mia nonna, anche loro a loro volta hanno sempre avuto molto latte. Per cui quando ho capito che Alessandro di notte non si sarebbe più svegliato, l’unica cosa che potevo (e dovevo!) fare per non ritrovarmi sveglia ogni mattina alle 5 o alle 6 per il male al seno era tirarmi il latte la sera, prima di andare a dormire!
Ho fatto passare il mese a cavallo di luglio e agosto perché ero in vacanza e, una volta tornata a casa, ho chiamato la banca del latte perché mi ritrovavo il freezer pieno di latte congelato (che tenevo di scorta per Ale) e mi tornavano alla mente i litri di latte buttati nel lavandino tutte le sere, o quasi, in vacanza!
L’incontro alla Mangiagalli è stato utile per quanto ha riguardato l’informazione. Mi hanno chiesto di fare esami del sangue, giustamente, e ho tirato circa 10-15 ml di latte da far analizzare. Una volta che mi hanno richiamato per dirmi che gli esami di sangue e latte erano perfetti, ho potuto cominciare a raccogliere il mio latte nei loro biberon sterili! Sono così diventata una donatrice del progetto Nutrici!
Non ho avuto bisogno del loro tiralatte, perché disponevo già del mio, per cui ho iniziato subito! Lo tiravo con il mio tiralatte e poi versavo tutto il latte tirato (160-180ml ca. ogni sera all’inizio!) nei loro biberon e mettevo il tutto nel freezer!
Non dico che sia stato difficile, ma a volte la stanchezza prendeva il sopravvento!
Prima di ogni “tirata di latte” bisogna sterilizzare bene tutto l’occorrente, sciacquarlo e asciugarlo, poi bisogna aver tempo di mettersi lì e aspettare, senza poter fare altro! Non sarei sincera se omettessi il fatto che a volte mi è pesato, ma ogni volta pensavo e penso a tutti i bambini di meno di 1 kg ricoverati in terapia intensiva e soprattutto alle loro mamme, la sensazione di impotenza che devono provare mentre li guardano dentro un’incubatrice senza poter fare niente… e quindi anche la stanchezza passa in secondo piano e tutto prende senso!
Antonella, l’ostetrica che passa a domicilio con la sua borsa termica per ritirare il latte, è meravigliosa! Fin da subito si è dimostrata molto professionale, ma soprattutto appassionata di ciò che fa! E ogni volta mi dà lo stimolo e la forza di andare avanti a donare il mio latte!
Per donare serve coraggio, donare ciò che non si può comprare col denaro, ciò che richiede tempo, energie, sentimento, ciò che davvero ci rende ricchi, ci sono tanti prematurini che hanno bisogno di latte di mamma!
Foto: Sara D’Ambra Photography