Mi chiamo Rossella, sono mamma di un cucciolo di 7 anni e di 2 gemellini di 17 mesi; il primo l’ ho allattato fino a 13 mesi condizionata dalla pressione che mi mettevano il mio compagno e la EX pediatra, in quanto secondo loro (anche se cresceva benissimo) mangiava poco e questo a causa mia perché ancora lo allattavo. Purtroppo ero alla mia prima esperienza e quindi, inesperta, ho ceduto. Quando ho scoperto di essere incinta di 2 cuccioli le cose che mi preoccupavano di più erano l’alta probabilità di dover fare un cesareo (cosa che avrei voluto evitare perché avrei desiderato fare un parto naturale) e la paura di non aver latte a causa di questo o che non mi bastasse per entrambi.
La ginecologa che mi seguì durante la gravidanza mi tranquillizzò dicendomi che soprattutto per il fatto che avevo già allattato il primogenito non avrei avuto problemi. Il tempo mi scade va il 30 gennaio 2015 ma avevo il cesareo programmato per il 16 gennaio in quanto mi dissero che i parti gemellari possono avere maggiori complicazioni e che quindi non potevano farmi andare oltre la 38° settimana di gestazione se i cuccioli non erano cefalici. Fino al giorno stesso ho sperato che si mettessero in posizione ma non c’era niente da fare, si muovevano di continuo e il 16 mattina,quando feci l’ultima eco, la paperotta era di traverso e il paperotto era podalico. Quindi via di cesareo e mentre mi preparano in sala parto, prima di entrare in sala operatoria, scoppio a piangere; vuoi per la tensione del momento, vuoi perché non ho potuto realizzare il mio sogno di farli nascere con parto naturale insomma sono entrata in sala operatoria con i lacrimoni. Chiesi però che mi facessero vedere i cuccioli appena tirati fuori ed eccoli lì, una dopo l’altro… Camilla che urlava come un’aquila e Mattia che ha accennato un paio di vagiti e lì sono iniziate le lacrime, quest volta però di gioia.
Appena hanno finito di ricucirmi mi hanno spostato in sala parto dove c’ erano i miei amori (i gemellini, il mio cucciolo grande e il mio compagno) e subito ho attaccato al seno la paperotta, mentre il paperotto se la dormiva di gusto (e già da quel momento erano venuti fuori i loro caratteri). Per i primi 2 giorni non avevamo avuto nessun problema particolare se non il mio dolore fisico dovuto all’intervento e i pianti dei cuccioli. Mentre ancora eravamo in ospedale vennero a trovarci molte persone, forse troppe e la cucciola era stata tenuta in braccio da altre persone per più di 2 ore il secondo giorno; quando si decisero a ridarmela si attaccò voracemente al seno. Da quel momento in poi diventò un dramma, come si attaccava iniziava ad urlare e non c’era verso di calmarla (e sono assolutamente convinta che avesse sentito il mio stress e che non avesse gradito l’essere stata allontanata da me per tanto tempo).
Le ostetriche mi consigliarono di tirarmi il latte e di darglielo con il biberon e così feci per altri 10 giorni . Ma tutte le maledette volte in cui mi tiravo il latte piangevo perchè non mi consideravo una brava madre, in quanto non riuscivo a farla attacare al seno. Poi un conoscente di mio padre una sera mi disse “Rossella hai tanta forza di volontà e coraggio da vendere, lo trasmetti con il tuo sguardo” e non sapeva che non riuscivo ad allattare Camilla come avrei voluto. Beh mi bastò questa frase per darmi coraggio così dopo un paio di giorni, ripensando a quella frase, presi la cucciola in braccio mentre si era svegliata la notte piangendo per la fame e la coccolai e poi le sussurrai “amore mio io mi fido di te e tu ti fidi di me? Allora prendi il seno e iniziamo questa meravigliosa avventura insieme” e così finalmente si attaccò e piansi di felicità. Da li in poi non ha più mollato la tetta e abbiamo dato via i biberon e restituito il tiratte.
Al primo controllo della crescita ho detto al mio compagno che li avrei portati da un’altra pediatra e non volevo sentire storie. Così siamo andati da questa meravigliosa dottoressa che oltre ad essere scrupolosa al punto giusto è pro-allattamento e pro-autosvezzamento (abbiamo iniziato che i cuccioli avevano quasi 7 mesi) e con lei abbiamo fatto bingo. Ad oggi i cuccioli mangiano le stesse cose che mangiamo noi anche se la paperotta preferisce la tetta; e anche se alcune persone intorno a me non sono del tutto favorevoli all’allattamento a termine noi andiamo avanti per la nostra strada. Ho già sbagliato con Niccolò, e dagli errori s’impara.
Ciao a tutte le mamme
Rossella