“Mamma di una mamma” un intreccio di pensieri, emozioni, sensazioni… Elisabetta Nobili Setnikar, l’autrice di “Lettera a una mamma appena nata“, in occasione della festa della mamma ci racconta il giorno in cui sua figlia è diventata mamma, rendendo lei nonna e sua mamma bisnonna.
Se essere mamma non è facilissimo, essere ancora figlia e al medesimo tempo mamma di una neo mamma è una bella impresa.
I ricordi di due generazioni uniti alle emozioni di una terza che si stemperano e sciolgono nei primi sguardi e sorrisi di questa quarta entrata nelle nostre vite ….siamo alla melassa!
I maschi della famiglia si fanno da parte; con tre generazioni di donne, più una che per fortuna non parla ancora, di movimento (non lento) e n’è a sufficienza.
Movimento per i preparativi, per offrire aiuto, per fare e avere foto, per essere i primi a vedere, a notare e a rivivere, soprattutto!
La bisnonna, ancora femmina Alfa, che accampa dall’alto della sua carica il diritto a vedere il neonato per prima, dimentica che forse i neogenitori non hanno proprio la mente pronta per sentire il resoconto delle emozioni che ha provato sia quando diventò mamma, sia quando divento nonna1, nonna 2, nonna 3!
La femmina Beta, la neo nonna ancora figlia di Alfa, che cerca di trattenersi ma scalpita per abbracciare la sua bimba. La sua bimba- neo mamma, ovvio. E poi anche il nipotino nuovo certo, che a suo buon diritto (lei è la nonna materna, mica scherzi) potrà tenere subito in braccio, perché lei sa come si fa e cosa si deve fare… lei sola sa cosa ha passato da poco sua figlia, mica gli altri! E poi lei, Beta, non come Alfa, che pur arzilla è attempatella, lei si che ha ricordi freschi e che saranno utili.
Freschi… si va beh… coi tempi che corrono freschi di almeno 30/35anni… ma freschi.
Utili? Chi può dirlo.. la scienza evolve, le mode, anche la maternità ha mode, pure…
Comunque per lei sono, assolutamente, ricordi freschi e utili.
Quindi… quindi sorridiamo e pensiamo.
Se allattare è il nutrire di se stessi il proprio figlio, è anche vero che questo, noi mamme, non smetteremo mai di farlo. Metaforicamente e non solo, saremo portate a nutrire di attenzioni, amore e protezione i nostri figli sempre.
Quando poi la nostra bimba ha un bimbo siamo portate a farle fare indigestione come minimo!
E’qui che dobbiamo per forza pensare e capire che il nostro amore di madri nutrici deve dimostrare di quale maturità e grandezza sia fatto. Qui più che in ogni altra occasione prima.
Le emozioni per nostra figlia che diventa come noi, i nostri ricordi di quegli attimi che lei sta vivendo e noi abbiamo passato… sono passati anche se ad un tratto ci paiono vivi più che mai. Ci travolgono, travolgono noi, ma non possono travolgere lei; la nostra creatura neomamma.
Noi neononne, in questo momento, dobbiamo imporci di vedere attraverso i ricordi delle nostre esperienze che riviviamo tramite nostra figlia, cosa davvero ci faceva felice in quegli attimi, di cosa avevamo davvero bisogno e magari non avevamo osato dire o chiedere.
Noi dobbiamo, se amiamo nostra figlia, farci un attimo in disparte, avere la forza di fare un passo in dietro.
La scena è sua.
E’ lei la protagonista assoluta il giorno del parto e da lì in poi; soprattutto nei primi mesi di vita del piccolo.
Le nostre esperienze passate ci potranno essere utili per essere utili a lei, ma dovremo fare lo sforzo grande di non farne un’epopea. Anche se lo fosse stata è finita e quando nasce un bimbo inizia un nuovo capitolo.
Ci dobbiamo sforzare di osservare, valutare, prender nota, ma mai interrompere la meravigliosa nascita di una nuova mamma.
Dobbiamo essere pronte ad intervenire se richiesto, ma non intervenire a gamba tesa anche se ci verrebbe voglia o peggio, d’istinto, di fare le cose in modo differente da come nostra figlia fa. Osservare, annotare, non giudicare.
Sta imparando ad essere mamma. Io sono certa che noi mamme siamo state sotto la lente d’ingrandimento dei nostri figli più a lungo di quanto non ci si sia mai rese conto. Più attentamente, forse, che più a lungo. Loro ci hanno osservato; se avremo fatto un buon lavoro dovremo aver fiducia che ne vedremo il frutto nel loro essere mamme a loro volta.
E’ bellissimo dare la mano a nostra figlia, ma ancor più bello è starle vicino e vedere se da sola arriva a fare o comportarsi come noi ci aspetteremmo facesse senza dirle nulla. Se poi non lo farà, forse, avremo noi qualche cosa di nuovo da scoprire. Chi può dirlo!
Nostra figlia sta imparando ad assumersi una grandissima responsabilità.
La consistenza di questa responsabilità non si raggiunge finché il bimbo non lo si ha in braccio.
Il peso lo si sente giorno per giorno e la fatica si accumula pian piano, ma lei ne prende coscienza. Un po’ ne ha paura, un po’ è orgogliosa di quanto riesce a fare.
Paura e orgoglio, fatica e soddisfazione.
Il più bel regalo che possiamo farle è essere l’attento occhio che le da sempre la conferma di quanto sia in gamba, il radioso sorriso che le dà fiducia quando non ci crede e le braccia sempre aperte e pronte a riabbracciarla e coccolarla incondizionatamente come quando era piccina e poi… e poi riportare a casa la bisnonna Alfa. Lungo il tragitto ascoltare la storia dei suoi ricordi di maternità come fossero inediti, andare a casa e annotare che un altro ennesimo passaggio della vita è avvenuto… e per fortuna!!!