Ciao cara, ti racconto la mia esperienza di questi 18 mesi di allattamento.
Sono una cosiddetta “mamma green”, per forma mentis.
Adoro tutto ciò che è naturale e quindi sin dalla gravidanza ho iniziato ad informarmi su tutto quello che potesse essere “naturale” sia in gravidanza e sia dopo.
Pertanto mi sono iscritta a numerosi gruppi pro allattamento e sul babywearing.
Un giorno sono stata contattata da una ragazza della mia città che mi dava molti consigli sull’attacco al seno e su come non dovessi mai mollare l’allattamento.
Inoltre, mi propose di prendere parte ad una giornata formativa che si sarebbe tenuta presso la mia città, alla quale purtroppo non ho potuto prendere parte perché ero ricoverata, ma al momento, ovviamente accettai al volo, cercando di coinvolgere molte mamme del corso preparto.
Ti dico che molte di loro già mi confermarono che non avrebbero allattato, per non “rovinare “ il seno e questo mi lasciò alquanto perplessa.
Io comunque decisi di continuare per la mia strada.
Il 13/10/2014, con parto cesareo, nacque il mio cucciolo.
In ospedale non portai né biberon e né ciuccio, come consigliatomi, anche in reparto, da noi sono infatti pro allattamento al seno: infatti passava sempre un’ostetrica a controllare attacco e soprattutto che non usassimo ciucci che potessero interferire.
Il giorno del parto, ho visto il mio cucciolo dopo 5 ore e subito iniziai a provare.
Beh, come molte di noi, piansi tanto, sia perché il bimbo non sembrava essere interessato inizialmente e sia , dopo, per i dolori delle ragadi.
L’ostetrica veniva sempre a controllare, ma i miei capezzoli continuavano a sanguinare.
La notte il bimbo piangeva per la fame, ma dai miei seni non usciva una sola goccia e mia madre, che non mi ha supportata nel modo giusto, continuava a dargli l’aggiunta di latte artificiale.
Il terzo giorno di ricovero, la ragade al seno sinistro si fece così pronunciata da avere quasi un capezzolo staccato, ma avevo notato che il bimbo si tranquillizzava con il seno sinistro e pur riempiendomi di olio, continuavo ad attaccarlo, piangendo in silenzio.
Il quinto giorno di ricovero dovevo essere dimessa ma, poiché il mio bimbo è nato con testicolo ritenuto ed in ospedale non avevano ancora effettuato ecografia addominale, lui fu ricoverato in pediatria ed io fui messa in dimissione, con l’obbligo di tornare in ospedale ogni 3 ore per allattamento.
Si può dire che ho scatenato una guerra mondiale perché mi rifiutai di essere dimessa.
Morale della favola: fui spostata di reparto, con un ricovero in pediatria per essere lì con mio figlio che, nel frattempo era al nido.
Nonostante avessi specificato alle infermiere che facevo allattamento a richiesta, mi fu proibito di stare nel nido e mi fu detto che mi avrebbero chiamata non appena il bimbo si fosse svegliato per la poppata.
Un’intera giornata dietro la porta del nido ad origliare, pianti confusi di neonati ed io lì, che mi pareva di sentire il mio cucciolo, ma nessuno veniva a chiamarmi.
Al cambio turno, iniziai a tirare calci alla porta intimando di voler entrare ed un’infermiera mi disse che erano passate le 3 ore e non potevo allattare il mio cucciolo, avrei dovuto aspettare “ il prossimo giro”.
Lui intanto dormiva, perché era stato alimentato con latte artificiale.
Anche in questo caso, altra guerra mondiale fino a che mio marito contattò il dirigente sanitario che mi fece spalancare le porte del nido e rimasi fino alle 23 di sera a disposizione del mio bimbo. Comunque, la notte nessuno è venuto a chiamarmi, nonostante io avessi aspettato seduta dietro la porta fino al mattino dopo.
L’indomani fummo dimessi (ah, per la cronaca, al mio bimbo nessuno ha fatto ecografia, nonostante le dimissioni. Ho seguito io il percorso di indagine, con il primario dell’ospedale di Vicenza, ove si è operato lo scorso dicembre!).
A casa, finalmente, tutto il tempo per stare attaccati.
Mio marito cacciava tutti, perché voleva che ci fossimo solo noi.
Non ti nascondo che i primi giorni decidemmo di acquistare l’aggiunta per la notte.
Io in ospedale, il giorno del trambusto in pediatria, ebbi la montata lattea, ma ancora soffrivo per le ragadi e la notte non riusciva a saziarsi.
Dopo una settimana a base di olio sul seno, latte mio e tanta costanza e sopportazione del dolore (unita a pianti e piccole parole brutte dette in silenzio :-P) finalmente non provavo più dolore al seno sinistro (che tutt’ora è il suo preferito).
Dopo una settimana ho deciso di affrontare le mie prime notti senza aggiunta, praticando il co-sleeping.
Lì è iniziato il nostro percorso d’amore.
Mai una notte in bianco, mai un pianto per vaccini, febbri, ecc…solo tante e tante coccole.
Dopo attenta analisi dei supporti abbiamo acquistato un Mei Tai verso i 5 mesi ed abbiamo iniziato il percorso del portare cuore a cuore (arrivato poi all’acquisto di una fascia rigida usata subito dopo intervento)
La crescita era di 1 kg circa al mese, fino ai 5 mesi e mezzo di svezzamento.
Ebbene sì, io ed il mio pediatra siamo integralisti, avremmo voluto fare allattamento esclusivo fino ai 6 mesi, ma il bimbo arrestò la crescita.
Aveva fame, eccessiva fame!
Con l’inizio dello svezzamento le mie prime paure, soprattutto quella di perdere quello splendido ritmo guadagnato con fatica.
Paure infondate, mio figlio ciucciava, mangiava e ciucciava di nuovo.
Ecco, svelato l’arcano: mio figlio ama la “titta” come la chiama ora, non ne farebbe mai a meno, anche adesso che mangia piattoni di pasta al forno! 😀
Così non ci siamo fermati più.
Così abbiamo superato l’intervento chirurgico….il latte di mamma lo ha aiutato a riprendersi dall’anestesia generale ed era l’unica cosa che poteva mangiare la notte prima dell’anestesia.
Così abbiamo vinto le perplessità di chi diceva che non ci sarei mai riuscita (mia madre che non credeva che il bambino potesse crescere bene solo con il mio latte).
Così abbiamo creato il nostro splendido rito, fatto di carezze, baci ed ora, a 18 mesi, di smielati “mammaaaaa titta”.
Così abbiamo reso felice papà, che ci ammira e con gli occhi a cuoricino dice che ci siamo riusciti .
Auguro uno splendido percorso di latte a tutte le mamme.
Mai mollare, pensiamo solo al bene dei nostri cuccioli.
Grazie per questa opportunità
Un abbraccio